POESIE, PATATE
La parola, definendo, imbavaglia ; il verso tracciato
ne estromette altri più nebulosi e prospera, assassino,
in strutture dove i versi immaginati
sono solo presenza spettrali. Solidi come patate,
come pietre, senza coscienza, parola e verso durano,
se gli dai spazio. Non è questione di rozzezza (benché
il ripensamento spesso vorrebbe un cambiamento
in delicatezza, in eleganza), quanto il fatto
che mi truffano sempre del dovuto : di più
o diversi, continuano a lasciare insoddisfatti.
Non celebrata in versi, non dipinta, la patata
accumula i suoi bruni bitorzoli su una pagina
infinitamente superiore ; e così pure la bruta pietra.
*
OLMO (Per Ruth Fainlight)
Conosco il fondo, dice. Lo conosco con la mia grossa radice :
è quello di cui tu hai paura.
Io non ne ho paura : ci sono stata.
È il mare che senti in me,
le sue insoddisfazioni ?
O la voce del nulla, che era la tua pazzia ?
L’amore non è ombra.
Come lo insegui con menzogne e pianti.
Ascolta : ecco i suoi zoccoli : è corso via, come un cavallo.
Per tutta la notte galopperò così, impetuosamente,
finché la tua testa non sarà una pietra, il tuo cuscino una zolla,
rimandando echi ed echi.
O vuoi chi ti porti il suono dei veleni ?
Ecco, quesa è la pioggia ora, questo grande azzittirsi.
E questo è il suo frutto : bianco-stagno, come arsenico.
Ho patito l’atrocità dei tramonti.
Bruciati fino alla radice
i miei filamenti rossi ardono ritti, una mano di fili di ferro.
Ora mi rompo in pezzi che volano intorno come clave.
Un vento di tale violenza
non tollera neutralità : devo urlare.
Anche la luna è spietata : vuole trascinarmi
crudelmente, lei che è sterile.
Il suo splendore mi folgora. O forse l’ho catturata.
La lascio andare. La lascio andare
diminuita e piatta, come dopo un intervento radicale.
Come mi possiedono e mi colmano i tuoi brutti sogni.
Sono abitata da un grido.
Di notte esce svolazzando
in cerca, con i suoi uncini, di qualcosa da amare.
Mi terrorizza questa cosa scura
che dorme in me ;
tutto il giorno ne sento il tacito rivoltarsi piumato, la malignità.
Le nuvole passano e si disperdono.
Sono quelli i volti dell’amore, quelle pallide irrecuperabilità ?
È per questo che agito il mio cuore ?
Sono incapace di maggior conoscenza.
Che cos’è questo, questa faccia
così assassina nel suo strangolio di rami ?-
Sibilano i suoi acidi serpentini.
Pietrificano la volontà. Queste sono le colpe isolate e lente
che uccidono e uccidono e uccidono.
*
TRAVERSATA
Lago nero, barca nera, due persone, nere sagome di carta.
Dove vanno gli alberi neri che si abbeverano qui ?
Le loro ombre devono coprire tutto il Canada.
Un pò di luce filtra dai fiori sull’acqua .
Le loro foglie non desiderano che ci affrettiamo :
sono rotonde e piatte, piene di oscuri consigli.
Freddi umidi ricadono dal remo.
Lo spirito del nero è in noi, è nei pesci.
Un tronco sommerso alza una pallida mano in un addio ;
tra le ninfe si aprono le stelle.
Non ti acciecano queste impassibili sirene ?
Questo è il silenzio di anime sbigottite.